Tu, che avresti festeggiato libero tra le strade...
"IO" – Reinaldo Arenas
Io sono quel bambino dalla faccia rotonda e sporca
che ad ogni angolo ti infastidisce con il suo
"mi dai una monetina?"
io sono quel bambino dalla faccia sporca
certamente non voluto
che da lontano contempla gli autobus
in cui altri bambini ridono forte
e fanno salti molto grandi
io sono quel bambino antipatico
certamente non voluto
con la faccia rotonda e sporca
che sotto gli enormi lampioni
o sotto le puttane anch'esse illuminate
o davanti alle fanciulle che sembrano levitare
proietta l'insulto della sua faccia tonda e sporca
io sono quel bambino di sempre arrabbiato e solo
che ti lancia l'insulto di quell'arrabbiato bambino di sempre e ti avverte
se ipocritamente mi accarezzerai sulla testa
io coglierò l'occasione per rubarti il portafoglio
io sono quel bambino di sempre
davanti al panorama di terrore imminente
lebbra imminente, pulci imminenti,
di offese e di crimine imminente.
Io sono quel bambino disgustoso che improvvisa un letto
con un vecchio scatolone e aspetta, certo,
che verrai con me.
"Da quando sono al mondo" - quel da quando mi pare gravato di un significato così spaventoso da diventare insostenibile.
Noi non corriamo verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante.
La prova migliore di quanto l'umanità stia regredendo è l'impossibilità di trovare un solo popolo, una sola tribù, in cui la nascita provochi ancora lutto e lamenti.
So che la mia nascita è un caso, un incidente risibile, eppure, appena mi lascio andare, mi comporto come se fosse un evento capitale, indispensabile al funzionamento all'equilibrio del mondo.
Aver commesso tutti i crimini, tranne quello di essere padre.
Il vero contatto tra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l'apparente non comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore.
[...]ogni malessere non è altro che una esperienza metafisica abortita.
Ho tutti i difetti degli altri, eppure quello che fanno mi pare inconcepibile.
Avremmo dovuto essere dispensati dal trascinare in corpo. Bastava il fardello dell'io.
Era al di sopra di tutti , ma questo non dipendeva da lui: aveva semplicemente dimenticato di desiderare...
Esistere sarebbe un'impresa assolutamente impraticabile se smettessimo di attribuire importanza a ciò che non ne ha.
Talvolta si vorrebbe essere cannibali, non tanto per il piacere di divorare il tale il talaltro, quanto per quello di vomitarlo.
Non volere essere più uomo. .. sognare un'altra forma di degradazione.
Gli occhi si perdono nella vastità
Curiosi
Trovano riposo tra i riflessi sull'acqua
Quando il sole si spegne
Dietro splendidi orizzonti
Sono un oca ingozzata di denaro
Con i piedi inchiodata al suolo
Vomito frasi ferree per rigurgitare sul capitalismo estremo
Padroni con meretici,
Mille volte puttana per un viso donato
Sporco
Registro le vibrazioni su corde vocali
Ripetizioni infinite per umiliazioni quotidiane
Tu che schiava rifuggi da ingranaggi
Schiacciata muori
Con un cuore donato da amore vuoto
Quotidiano