Ruvida paranoia
Pelle adorna di graffi
Ed una frase che è fibrina sulle ferite da me stessa inferte
Autolesionista stringo lame
Accarezzo la cute inadatta alla gioia
I poeti lavorano di notte quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
"Amo la notte con passione. L'amo come si ama il proprio paese o la propria amante, d'un amore istintivo, profondo, invincibile. L'amo con tutti i miei sensi, con i miei occhi che la vedono, il naso che la respira, le orecchie che ne ascoltano il silenzio, con tutto il mio corpo che le tenebre accarezzano."
Bolo d’amore.
Molecole indigeste. Abbracci di rami spinosi.
Continuità di pensieri. Parole insonni. Parole segrete. Parole silenziose. Parole tradite. Flussi energetici. Promesse e speranze. Libertà negate. Blocchi. Implosione.
Mi induco alla fuga, non a guardare ferite emorragiche.
Ritorno a farmi compagnia, in provvisori sprazzi di luce ed equilibri.
Basse pulsioni. Nuove porte di conoscenza. Accesso a livelli inferiori, sconosciuti.
29 Giugno 2010
Foto di: Soukizy Redroom, sguardo di spugna a incollare sillabe rubate alle notti bucate dagli spari
Stamane un sogno è venuto a consolarmi. Per quanto possa fingere totale indifferenza ed insofferenza mi spiace perdere le persone a cui ho dato e da cui ho ricevuto, soprattutto perchè è stato un continuo aprir di porte che si sconoscevano.
Il sogno era quasi dolce.
Ricordare i sogni è cosa rara per me.
Andando a lavoro una piacevole sorpresa, gli operai della provincia incredibilmente a lavoro! Coprivano le buche della strada, finalmente i viaggi saranno meno shekerati.
Immagini e suoni, invasioni passive
Violenze cerebrali
Sinapsi nauseate
Un urlo mentale corrode l'illusoria quiete
Poi sei venuta tu,
e t'è bastata un'occhiata
per vedere
dietro quel ruggito,
dietro quella corporatura,
semplicemente un fanciullo.
L'hai preso,
hai tolto via il cuore
e, così,
ti ci sei messa a giocare,
come una bambina con la palla.
E tutte,
signore e fanciulle,
sono rimaste impalate
come davanti a un miracolo.
"Amare uno così?
Ma quello ti si avventa addosso!
Sarà una domatrice,
una che viene da un serraglio"!
Ma io, io esultavo.
Niente più
giogo!
Impazzito dalla gioia,
galoppavo,
saltavo come un indiano a nozze,
tanto allegro mi sentivo,
tanto leggero.
A piena voce - Vladimir Majakovskij
A letto ti voglio sempre dallo stesso lato
non perché sia quello che preferisco
del corpo o del volto ma perché
come i rami di un vegetale
pendo verso la luce da quella parte
e a vederti mi sporgo
con gli occhi della giovinezza.
Ermanno Krumm - "L'Aria dei Messapi"