La prima regola per controllare l'uomo è la paura. Lo sa bene la chiesa che ne ha fondato un impero, lo sa ancora meglio ogni stato che ha schiavizzato e meccanizzato ogni essere.
Gli dei scagliano luppolo su gli uomini infelici
L'amarezza della vita ritrovata in un bicchiere
Incomprensione. Empatia mancante e rabbia che vorrebbe vetro tra le mani e poi uno stringere forte forte. Sangue a colare tra le dita e riempire gli occhi di un solo colore.
Il volto spaccato da lacrime, Re dell'egoismo si muove intorno a me senza toccarmi. Ho le ossa di polvere sotto fardelli quotidiani che non vogliono essere condivisi.
Il sonno si avvicina ma non posso fornirgli abbastanza nettare per farlo albergare in me per pochi istanti. Non mi è concessa libertà alcuna. Non posso leggere, non posso riposare.
Il Re dell'egoismo non presta neppure attenzione, ha occhi solo per vedere le azioni che comportano riduzione di energia delle sue esclusive attività.
La stanchezza si tramuta, l'arteria irosa si libera dopo una lunga chiusura. Scivola il sangue sulla parete di candido silenzio. Incomprensibile candore fecale.
Con mani infelici provo a raccogliere il fluido, rosso sfugge fra le dita.
Brandelli farei di ogni cosa intorno, sentire rumore per coprire silenzi.
Un feto abbandonato tra strade di assurda calma estiva. Una scarpa rotta impedisce un itinerario indeciso.
Solitudine estrema.
Tornare nell'alcova e desidermi morta.
Perle nere rotolano dagli angoli, accarezzano il viso come acidi. Domattina il volto sarà trasformato dai solchi, occhi non vedranno se non la propria stanchezza ed un riposo rubato da singhiozzi notturni.
Ametista
14/7/2015
Il volto spaccato da lacrime, Re dell'egoismo si muove intorno a me senza toccarmi. Ho le ossa di polvere sotto fardelli quotidiani che non vogliono essere condivisi.
Il sonno si avvicina ma non posso fornirgli abbastanza nettare per farlo albergare in me per pochi istanti. Non mi è concessa libertà alcuna. Non posso leggere, non posso riposare.
Il Re dell'egoismo non presta neppure attenzione, ha occhi solo per vedere le azioni che comportano riduzione di energia delle sue esclusive attività.
La stanchezza si tramuta, l'arteria irosa si libera dopo una lunga chiusura. Scivola il sangue sulla parete di candido silenzio. Incomprensibile candore fecale.
Con mani infelici provo a raccogliere il fluido, rosso sfugge fra le dita.
Brandelli farei di ogni cosa intorno, sentire rumore per coprire silenzi.
Un feto abbandonato tra strade di assurda calma estiva. Una scarpa rotta impedisce un itinerario indeciso.
Solitudine estrema.
Tornare nell'alcova e desidermi morta.
Perle nere rotolano dagli angoli, accarezzano il viso come acidi. Domattina il volto sarà trasformato dai solchi, occhi non vedranno se non la propria secchezza ed un riposo rubato da singhiozzi notturni.
Ametista
14/7/2015
16 Aprile 2015
Rabbia indigesta si tramuta in marcio sconforto
L'incapacità di render valido un valore
La capacità di flettersi più di un fuscello al passaggio del vento
Sono spezzata dentro
Rotta da sassi lanciati sulle ossa