Un sogno intenso. Carne e sapori si fondono nella bocca. Il desiderio è così forte che F. è venuto a cercarmi in sogno, poche ore dopo lo ha fatto anche nella realtà.
Ho sognato la persona sbagliata, sono andata troppo indietro nel tempo. Stanotte mi concentrerò, magari becco quello giusto! :-)
La stessa cosa accadeva con M., prima ancora non mi era mai accaduto di avvertire un'invisibile ed onirica comunicazione.
Sapevo sempre quando stavi per cercarmi. Se dormivo mi svegliavo di scatto, come alla ricerca di qualcosa nel buio, con la mano cercavo il cellulare sotto il cuscino, che nel mentre iniziava a vibrare per l'arrivo di un messaggio; altre volte ti sognavo ed appena mi svegliavo c'eri tu a pensarmi....
Cos'è successo al filo invisibile che partiva dal centro delle nostre anime? Si è spezzato o assottigliandosi è divenuto così debole da non permettere alle nostre vibrazioni di propagarsi da anima ad anima.
Figure che hanno popolato il mio passato, sfioramenti superficiali o indelebili energie. Tornano, sempre. Si sovrappongono alla calma che ha trovato la mente. Ogni figura ha un posto nel corridoio oscuro, sono quadri appesi che ascoltano, osservano, chiedono, lacrimano.
C'è il posto ancora vuoto di chi si ostina a non tornare.
Il peregrinare tra le stanze non cessa. In ogni stanza mi incontro e nell'attraversare nuovamente il corridoio rimbomba il suono dei miei passi. Non so più se ti incontrerò ancora, non potevo restare in eterno in attesa. Neppure tu lo avresti voluto. Vermi di silenzio hanno già scavato.
Apro e richiudo nuove porte, forse un giorno tornerai e dirai le stesse cose che mi hai detto un tempo o le stesse che mi sono state dette da altri, che hanno un sapore diverso per ogni bocca che le ha pronunciate.
Forse non è proprio legale sai
ma sei bella vestita di lividi
m'incoraggi ad annullare i miei limiti
le tue lacrime in fondo ai miei brividi
lasciami leccare l'adrenalina
lasciami leccare l'adrenalina
lasciami leccare l'adrenalina
lasciami leccare l'adrenalina
voglio cercare la mia alternativa
e la mia alternativa
è la scossa più forte che ho
è la scossa più forte che ho
Muovo le molecole immobili
sei più bella vestita di lividi
lasciami leccare più forte un po'
le tue lacrime in fondo ai miei brividi
lasciami leccare l'adrenalina
lasciami leccare l'adrenalina
lasciami leccare l'adrenalina
lasciami leccare l'adrenalina
voglio cercare la mia alternativa
e la mia alternativa
è la scossa più forte che ho
è la scossa più forte che ho
è la scossa più forte che ho
Sono ritornata su facebook per cancellare gli album e ri-disattivare l'account...
Avrei potuto lasciare tutto com'era ma l'idea di saperli lì, pur non essendo più visibili a nessuno mi infastidiva ugualmente. Ovviamente mi infastidiva anche l'idea che se ti fossi accorto della mia presenza avresti pensato che ero tornata per vedere la tua pagina.
Non ho potuto fare a meno di leggere i post su Angelo Nero, essendo tendenzialmente malinconica non sono riuscita a non intristirmi. Ma più penso e più tristezza e rabbia si mescolano, due colori che si fondono nell'anima.
F. nonostante sia passato un anno e mezzo continua a cercarmi, tu avresti fatto lo stesso se mi avessi incontrata per strada, nei periodi dei tuoi maledetti silenzi?
Inizio a temere l'estate... tutte le estati.
Un giorno potrei incontrarti e dissolvermi in un dolore così intenso che ora provo solo ad immaginare.
L’uomo non si muoveva, ma il fatto di spiarlo a sua insaputa mi eccitava enormemente. Mi dicevo che, a forza di osservarlo, avrei potuto penetrarlo, cogliere il suo segreto. Era una sorta di stupro senza violenza, qualcosa che mi dava una sensazione dolcissima e molto intensa. Lo guardavo e mi chiedevo quale poteva essere la sua vita, immaginavo il suo corpo nudo, il suo modo di fare l’amore, il suo modo di essere... Quali erano le sue preoccupazioni in quel momento? Che tipo di donne amava? Era sensibile, amorevole, sensuale? Libero? Capace di fantasticare? Intelligente? Allegro? Tenebroso? Misterioso?
L’uomo si alzò, si diresse verso la finestra e lì si fermò, davanti a me. Ignoravo se riusciva a vedermi, dietro la tenda. Restammo un momento immobili, e subito dopo seppi, dall’espressione del suo viso, che mi guardava. Allora slacciai lentamente il vestito, abbottonato sul davanti.
Quando fu del tutto aperto, tirai la tendina. Lui guardò il mio corpo, guardò me. Caddi in ginocchio dietro la finestra, dove posai la bocca all’altezza del suo sesso, dall’altra parte della stradina. Le labbra contro il vetro, cominciai a succhiarlo, guardandolo negli occhi per invitarlo a rispondere al mio desiderio. Lui aprì la patta, liberò il sesso. Era duro. Chiusi gli occhi per un momento, per la gioia. Era splendido. Lo divoravo con lo sguardo, senza potermene distogliere. Quelle palle e quel cazzone che uscivano dal vestito elegante, sotto la cravatta, erano magnifici. Mi alzai, sfilai il vestito e cominciai a girare lentamente dietro la finestra, dondolando i fianchi perché potesse saziarsi della mia anatomia.
Schiacciai il seno contro il vetro, lo accarezzai. Lui prese in mano il cazzo e cominciò a fregarlo lentamente. Allora avvicinai la poltrona alla finestra, mi sedetti con le gambe aperte sui braccioli e mi masturbai, davanti a lui, senza lasciarlo con gli occhi. Godetti guardando che se lo scoteva sempre più in fretta. Anche nel momento in cui le mie reni si arcuarono e si sollevarono sulla poltrona, nel momento in cui urlavo, la testa rovesciata, ero consapevole del fatto che lui continuava a guardarmi con bramosia, che lo eccitavo tanto quanto lui eccitava me. Riaprii gli occhi giusto in tempo per vederlo eiaculare, schizzare tutto il suo prezioso sperma sul vetro, dove prese a colare lentamente. Poi lasciò la stanza e non riapparve più. Mi misi a letto e mi addormentai subito. Mi svegliai a notte fonda. Il mio primo impulso fu di guardare la finestra, dal letto. Proprio in quel momento vidi accendersi la luce nella stanza di fronte, e l’uomo entrarvi in compagnia di una donna.
Era una donna alta, formosa e truccata. ‘Una puttana’, pensai. (...) L’uomo fece mettere la ragazza per terra, a quattro zampe, davanti alla finestra, e, inginocchiato dietro di lei, la inculò, faccia a me. Guardai intensamente il suo volto che si torceva di piacere. Avevo voglia di urlare ‘no, no!’ e ‘sì, sì!’ perché volevo essere lei, volevo essere lui, lo volevo, lui, volevo che tutto quello succedesse nel mio corpo... All’ultimo momento, l’uomo si ritrasse dalla ragazza ed eiaculò in aria, nella mia direzione. “E’ per me”, pensai, “è il mio regalo, lo ha fatto per me.” Assieme a lui, anch’io godetti a bocca aperta, come se potessi inghiottire lo sperma che mi spediva.