Resterà ignoto alla mente il motivo per cui continui a cercarmi. Non mi ami, ne sono certa, ma allo stesso tempo sono sempre stata un tuo pensiero.
Un desiderio è un fragile e fugace profumo, si sarebbe dovuto acquietare negli anni, doveva tacere con la lontananza. Invece no, ci sei sempre, anche quando c'è chi ti copre d'amore.
Ho dimenticato il tuo volto, mi sono persa in occhi profondi che tengono dentro tutto l'universo, tremo al loro ricordo. Li ho amati, li conoscevo in vite passate, li incontrerò ancora...
Bussi con insistenza, ti lascio entrare tra le mie stanze madide di lacrime. Ho cercato smarrimento tra baci e caldo nettare. A me non può bastare, tu non hai nessun sapore, sei solo plastica con cui giocare.
Vago nel labirinto in cerca del Minotauro, gli chiederò di sbranarmi il cuore.
"Scrivere è come la droga che odio e che prendo, il vizio che disprezzo e in cui vivo. Ci sono veleni necessari, e ce ne sono di sottilissimi composti di ingredienti dell'anima; erbe colte nei canti delle rovine dei sogni, papaveri neri trovati vicino alle tombe [...], lunghe foglie di alberi osceni che agitano i loro rami sulle rive sentite dei fiumi infernali dell'anima. Sì, scrivere significa perdermi, ma tutti si perdono, perché tutto è perdita. Però io mi perdo senza allegria, non come il fiume nella foce alla quale nacque ignaro, ma come la pozzanghera creata sulla spiaggia dall'alta marea, e la cui acqua, inghiottita dalla sabbia, non tornerà più al mare."
"Come tutti i grandi amanti, amo la delizia della perdita di me stesso, nella quale si patisce interamente il godimento del darsi. E così, spesso scrivo senza voler pensare, in un vaneggiamento esterno, lasciando che le parole mi accarezzino, bambino piccolo in braccio a loro. Sono frasi senza senso che scorrono morbide, in una fluidità di acqua sentita, oblio di fiume ove le onde si misturano e si indefiniscono, diventando sempre altre, succedendo a se stesse. Così le idee, le immagini, tremule di espressione, sfilano davanti a me in sonori cortei di sete sfumate, dove un chiardiluna di idea riluce, macchiato e confuso."
(Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares - Fernando Pessoa)
Ho baciato bocche dal sapore assente.
Non ho baciato bocche di cui ho già pregustato il sapore.
"Siamo, anche se non lo vogliamo, schiavi del momento, dei suoi colori e delle sue forme, sudditi del cielo e della terra. Perfino colui che più si rintana in se stesso, disdegnando ciò che lo circonda, costui non si rintana nello stesso modo quando piove o quando il cielo è sereno. Oscure mutazioni, forse avvertite solo nell'intimo dei sentimenti astratti, si verificano perché piove o perché ha smesso di piovere, si avvertono senza che le avvertiamo, perché senza sentirlo abbiamo sentito il tempo.
Ognuno di noi è più di uno, è molti, è una prolissità di se stesso."
Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares - Fernando Pessoa

La mia creatura.
Anch'io avevo in mente lo stesso termine, strana coincidenza...
Mi riempie di piacere e qualche dubbio.
Che cosa ho creato? Qualcuno direbbe un mostro.