Da giorni la nausea è più intensa, il sonno poco quieto.
Sento un topazio incastonato tra le false coste, ogni respiro permette agli spigoli di danneggiarmi più internamente. Non vi è splendore nella pietra che tra la carne è cresciuta. E' accaduto in una notte, l'indomani il dolore atroce a presentarmela.
Un'opaco velo di derma la riveste, la nasconde agli occhi. E' solo mia la preziosa pietra d'angoscia e di rifiuto. E' la valvola che ordina al cibo di non fare ingresso, è il peso di parole arrotolate su se stesse, annodate in indecifrabili forme. Non voglio che la pelle si apra in brandelli, non sangue a rutilare al sole, ma la più splendida
finzione di cui vestirsi.
Un'opaco velo di derma la riveste, la nasconde agli occhi. E' solo mia la preziosa pietra d'angoscia e di rifiuto. E' la valvola che ordina al cibo di non fare ingresso, è il peso di parole arrotolate su se stesse, annodate in indecifrabili forme. Non voglio che la pelle si apra in brandelli, non sangue a rutilare al sole, ma la più splendida
finzione di cui vestirsi.
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Conrad Roset |