Incontro per caso la maestra d'asilo, le rughe a segnarle il volto, a coprire la cattiveria del suo animo. Le parlo per averne conferma, è proprio lei.
La rabbia monta dentro, ha mani forti che stringono l'addome.
Negli occhi compare la piccola me che rifiuta il cibo, il nauseante odore, il cucchiaio violento e carico ad aggredire la bocca. Conseguenza dell'inscalfibile rifiuto era la minaccia a cui non mi piegavo.
Il corpicino e i miei 4 anni a reggere il buio della stanza, gli sguardi e le parole di chi si comportava diversamente.
Le tapparelle abbassate, il lezzo dei cibi consumati, il vocio dei bambini in cortile inebriati dal sole ed io inchiodata ad un pasto mai terminato.
Non mi importava di nulla, il rifiuto e la libertà di scelta non erano negoziabili con l'illusioria libertà offerta.
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mi piacerebbe conoscerti