"Nel sangue c’è il sapore della quiete."
"Dal diario di Annetta Stevenson Minster Lovell, 7 novembre 1911, ore 02,05
Ho fame di uomini, devo stringere le gambe, vedo le cicatrici nei fiori. Ho bisogno di sporco, ho bisogno di colare, fatemi diventare un fiume. Ho bisogno di unghie, di vedere il dolore. Il dolore è sporco, adesso ti sporco di dolore, vieni qui che ti sporco di dolore. Voglio prendere tutto, straziare. La mia pelle è la lapide della mia fica. La mia fica è una lama che taglia l’amore. La fica taglia l’amore. Devo tagliare l’amore. Io strozzo l’amore. Voglio strozzare testicoli, ho le vene che gridano. Fatevi mangiare, ho troppo vuoto dentro, è il diavolo che piange. Il male non riempie, divora. Soffiano le ali sul mio collo, le voci mi strappano le orecchie. Non ho paura, ho il cuore pieno di coltelli. La follia mi sta mordendo la testa, sono vorace. La voracità mi sta straziando la testa. Devo infilare la testa nelle serrature del peccato, bere il sudiciume. Ho sete, adesso bevo il sudiciume. La sedia mi spinge. Una fessura si sta aprendo. Dice: entreranno."
"Come sarebbe avere una quiete liscissima, tutta di luce, dove nulla di me si trasforma, e non diventa di ferro l’amore."
"È stato ancora nel buio che il mostro che sono è risorto, ero carne che morde voragini colme di strazio, e cercavo correndo nel male più sporco, il candido di un bacio felice."
"Nei sorrisi teneri, nell’imbarazzo degli incontri amorosi, nella timidezza arrossente, io vedo la miseria umana."
"Mi divido come pane nelle mani di chi mangia, si alterna al mio sorriso il ghigno, la dolcezza al desiderio di massacri, l’aurora a un tramonto devastato dalla furia, l’angelo piangente al mostro urlante, e io m’innalzo sulle punte del delirio."
"Il nostro amore è un teatro orrorifico."