Dalla bocca dell’ignoranza possono sbocciare fiori marcescenti emananti il lezzo del male, un lezzo che lentamente si diffonde e fa ammalare e morire anche le anime dorate. Quando cesserà il drago nero di bruciare colui che non ha pelle per coprire la carne, terminerà tale agonia? Fino a quando vi saranno scheletri sulla terra i mostri non si culleranno all’interno delle loro bare, essi celeranno gli involucri fra lenzuola di raso, perfettamente pulite e bianche, i loro liquidi incolori macchieranno le coltri ma non saranno visti da occhi terribilmente umani.
Rabbia. L’Amarezza ne prende posto. Comincia a gravare il suo peso, a storcere le ossa che nel tempo si sono oberate con altissime colonne di parole. È venuto il giorno in cui il mio volto, costretto dalla schiena calante, ha toccato lo sporco asfalto dei vostri passi; ed io urlo strappando la gola, vomito tutto ciò che ho dovuto far passare attraverso di essa per farlo sciogliere dai succhi gastrici e riespellere sotto nuove vesti. Le urla imbrattano le candide borghesi pareti delle vostre case, all’interno delle quali si cela il mero Male, quello che da voce alle bocche pulite degli uomini perbene.
Cade di colpo la pesante maschera che mi ha permesso di guardavi in volto, protezione che impediva ai vostri denti aguzzi di farne banchetto, sotto di essa soltanto un volto bagnato dalle lacrime amare ed occhi tremanti per aver visto legare a polsi infondate accuse.
Coloro i quali si sono arrogati del potere di sentenziare su ogni vita altrui, avrebbe dovuto avere sin dall’inizio la consapevolezza che le parole restano impresse sulla pelle come un marchio a fuoco, il quale, dolente, continua ad ardere sulla carne degli innocenti e nella sua incandescenza non fa altro che rendersi ancor più evidente.
Escludo il sentenziare da ogni mia azione, ma resta mio desiderio udir parlare unicamente di fatti concreti, di ciò che è possibile toccare e non da ciò che viene generato dall’emisfero sinistro del cervello, intendo dire l’immaginazione! La mia vuole essere una semplice esortazione nei confronti di coloro i quali espongono lacunosi fatti, che per altro eludono fondamentali domande, lasciando all’immaginazione il compito di colmarne i vuoti. Non è possibile continuare a demolire anime colpendole con la lama delle ipotesi, non si può sterminare un piccolo paese soltanto per un vibrare di voci per le vie rattristate dalla monotonia.
Ogni parola si posa lentamente sul corpo di ogni abitante di questa muta vallata e con il tempo ne recide una parte.
17 Marzo 2008
0 responses to "Alle Lame Infelici"
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)