Le colline digradano nel bianco.
Persone o stelle mi guardano con tristezza, le deludo.
Il treno lascia dietro una linea di fiato.
Oh lento cavallo color della ruggine, zoccoli, dolorose campane.
È tutta la mattina che
la mattina sta annerendo, un fiore lasciato fuori.
Le mie ossa racchiudono un'immobilità, i campi
lontani mi sciolgono il cuore.
Minacciano
di lasciarmi entrare in un cielo
senza stelle né padre, un'acqua scura.
1 response to "Pecore nella nebbia di Sylvia Plath"
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bellissima