Nei miei sogni gli animali si vestono di significato profondo, sono il fulcro di sensazioni.
A volte sono uccelli, grandi, maestosi, aquile dalle dimensioni umane, uccelli neri dalle piume lucenti; altre volte sono felini, senza paura riesco a muovermi tra i corpi di animali vestiti di muscoli, capaci di estendersi e slanciarsi in movimenti affascinanti.
Raramente conservo memoria dell'attività onirica, ma quando ciò avviene con prepotenza, immagini e sensazioni dall'inconsio si imprimono nella mente. Non cessa il sezionamento delle immagini, devo liberare alla luce ogni frammento.
Sappi
che è una sofferenza ridicola rispetto a quella che ti può provocare
l'amore. Un giorno o l'altro, tutto il piacere e la gioia che l'amore
può suscitare si pagano con la sofferenza. E più si ama intensamente e
più il dolore sarà moltiplicato. Sperimenterai l'assenza, poi i tormenti
della gelosia, dell'incomprensione, infine la sensazione del rifiuto e
dell'ingiustizia. Avrai freddo fino nelle ossa e il sangue formerà dei
ghiaccioli che sentirai passare sotto la pelle. La meccanica del tuo
cuore esploderà. Ti ho impiantato io questo orologio, conosco
perfettamente i limiti del suo funzionamento. Può darsi che resista
all'intensità del piacere, e sarebbe già molto. Ma non è abbastanza
robusto da sopportare le pene d'amore.
La meccanica del cuore - Mathias Malzieu
La meccanica del cuore - Mathias Malzieu
Un anno ogni dieci
Ci riesco
Una specie di miracolo ambulante, la mia pelle
Splendente come un paralume nazi,
Il mio Piede destro,
Un fermacarte
La mia faccia un anonimo, pefetto
Lino ebraico.
Via il drappo,
O mio nemico!
Faccio forse paura?
Il naso, le occhiaie, la chiostra dei denti?
Il fiato puzzolente
In un giorno svanirà.
Presto, ben presto la carne
Che il sepolcro ha mangiato si sarà
Abituata a me
E io sarò una donna che sorride.
No ho che trent'anni.
E come il gatto ho nove vite da morire.
Questa è la Numero Tre.
Quale ciarpame
Da far fuori a ogni decennio.
Che miriade di filamenti.
La folla sgranocchiante nocioline
Si accalca per vedere
Che mi sbendano mano e piede
Il grande sporgliarello.
Signori e signore, ecco qui
Queste sono le mie mani,
I miei ginocchi.
Sarò anche pelle e ossa,
Ma pure sono la stessa, identica donna.
La prima volta sucesse che avevo dieci anni.
Fu un incidente.
Ma la seconda volta ero decisa
A insistere, a non recedere assolutamente.
Mi dondolavo chiusa
Come una conchiglia.
Dovettero chiamare e chiamare
E staccarmi via i vermi come perle appiccicose.
Morire
É un'arte, come ogni altra cosa.
Io lo faccio in un modo eccezionale.
Io lo faccio che sembra come inferno.
Io lo faccio che sembra reale.
Ammetterete che ho la vocazione.
È faccile abbastanza da farlo in una cella.
È faccile abbsatanza da farlo e starsene lì.
È il teatrale
Ritorno in pieno giorno
A un posto uguale, uguale viso, uguale animale
Urlo divertito:
"Miracolo!"
È questo che mi ammazza.
C'è un prezzo da pagare
Per spiare le mie cicatrici,c'e' un prezzo da pagare
per auscultare il mio cuore
Eh sì, batte.
E c'è un prezzo, un prezzo molto caro,
Per una toccatina, una parola,
O un po' del mio sangue
O di capelli o un filo dei miei vestiti.
Eh sì, Herr Doktor.
Eh sì, Herr nemico.
Sono il vostro opus magnum.
Sono il vostro gioiello,
Creature d'oro puro
Che a uno strillo si liquefà.
Io mi rigiro e brucio.
Non crediate che io sottovaluti le vostre ansietà.
Cenere, cenere
Voi atizzate e frugate.
Carne, ossa, non ne trovate
Un pezzo di sapone,
Una fede nuziale,
Una protesi dentale.
Herr Dio, Herr Lucifero,
Attento,
Attento.
Dalla cenere io rinvengo
Con le mie rosse chiome
E mangio uomini come aria di vento
La cosa più strana era che lei lo amasse.
- Perché mi ami?- le chiedeva, consapevole tuttavia dell'assurdità della domanda.
Lei, che impiegava dieci minuti a rispondere alla domanda "Che tempo fai?" diceva senza esitare:
- Perché sei tu.
- Sono io, e allora?
- Sei tu. Quando ti avvicini a me, quando mi prendi la testa tra le mani, io ti riconosco.
- Da dove mi riconosci?
- Non lo so. Da molto lontano. Lo sento.
- Che cosa senti?
- Sento che mi hai scelta tantissimo tempo fa e che per me sei capace di tutto.
Perché potevo leggerla per una pagina e chiudere il libro senza dovermi chiedere come sarebbe andata a finire. Perché era a frammenti, come la mia vita. Perché sapeva raccontarmela in modo aspro, senza la compassione che si dà a chi non sta bene. Aprendone squarci improvvisi.
Perché cercava la verità e non il successo.
Perché la vera poesia è crudele.
Perché la vera poesia fa male.
Il dolore è l'unico maestro.
Ma il languore marginale delle semplici situazioni mentre le vivi, il loro mostrarsi per quello che sono, incapaci di chiedersi nulla, mentre sono lì, e tu sei con loro, quando ne condividi la sorte e tu sei cosa tra cose, è in quel momento che entri a far parte del gioco, ne sei complice fino al midollo, non ne puoi uscire, è questo che capita a tutti, o a quasi tutti, quando non decidi nulla ma lasci che ti attraversi il fiume e ogni obbligo diventa parte di una fiaba, ogni sorsata d'acqua è una festa perché tu appartieni a una storia più grande e quella storia sei tu che hai sete, assolutamente sete, e bevi, non pensi più a nulla, ogni pensiero è abolito, non c'è coscienza, c'è solo trasformazione di un liquido in altri liquidi, la pura biologia, l'efficienza della natura, l'articolarsi del soggetto nella sua sacca naturale delle resistenze, con le amicizie, le parentele, i divertimenti.
Ipotecare un futuro.
Qualunque.
Invece, nessun progetto.
E poi c'ero io, ed ero un bambino.
I miei giorni si susseguivano a cucchiaiate dense di nero lunare.
Non più parole. Grumi di nero notturno negli interstizi del tempo. Come se zone di realtà venissero sempre più divorate spopolava il buio e il buio era il mio presente che si frantumava in confusa rivolta contro la vita intera.
Stamane ancora non ho letto, in compenso ho trovato nuove idee, parole che si schiudo nella primavera nera della mente.
I pollini frullano, mi stordiscono.
La pasta madre forse è da buttare e rifare, la superficie esterna presenta agglomerati di miceti mentre la parte inferiore ha le tipiche bolle. Vado a prendermene cura. ;(