Fluttui sull'organo placentare, un’oasi di pulsante piacere. Sogni le mie labbra scaldarti il
membro, la lingua lambire l’asta purpurea. Tocca la gola, accende in me
l’immagine del corpo spezzato. Mi possiedi e divengo frammenti, il volto
scomposto non più da pudica vergine.
L’utero paranoico
capovolge la testa, la tua monotonia si rompe ed un reticolo di assurdità imbriglia ogni razionale
connessione.