Se avessi potuto baciarti le labbra mi avrebbero trasmesso un sapore di nostalgia.
Ricordi di notti incomprese, di stanche ed elaborate fasi pre-sonno.
Il cuore è livido per quel che non può fare la lontananza.
Guizzano nella testa comete, divengono frammenti di parole iridescenti. Tu sei in quei frammenti che raccolgo avida, ne perdo alcuni che alla mente non torneranno più.
Mio Dono inaspettato, hai altre lezioni da insegnarmi.
Hai schiuso con candide mani un verbo che non credevo più poter usare per un essere diverso da me.
Prima di te notti insonni, parole celate e chiamate fatte lontano da pareti coniugali. Silenzi da capire ed una pazienza da sfoggiare.
Anni in cui tutto si ripete e la stasi si rivela.
Affogo in un amore fatto di notti e silenzi.
Un taglio.
Affogo nel mio nero più scuro, nel mio silenzio più denso. Non c'è più la carne a cui appigliarmi. Totalmente disintegrata.
Trovo lo Spirito per la ricostruzione, l'Essenza da cui partire.
Lentamente ogni meccanismo trova la posizione. Tutto è completo.
Indosso nuove vesti quando tu giungi a me. Con semplicità spiazzante mi incanti. Il tuo viso ha la trasparenza dell'acqua.
Non ho chiesto nulla alla vita e tu sei arrivato. Mi insegni a non fermarmi tra lo scorrere del tempo.
Mescoliamo i corpi ed i fluidi, sempre con intensità, mai con movimenti sprecati.
Quando eri qui ci siamo spogliati con più cautela, per non far sentire al piccolo borgo il fruscio degli abiti senza i corpi. Ci siamo amati come le persone normali, con i desideri nella testa ed il pudore sul corpo.
Una tua frase si è incastrata tra le valvole del cuore per diffondere nel corpo la gioia di appartenerci.