Nel prolungamento infinito della marea
Udiremo sotto le alberature che si gonfiano
Le viole dei cieli che riempiono le ombre
Del battito degli astri dilatati.
Il vento soffiando nella caverna adamantina
Dove vira il cristallo de l’albero delle madrepore
Farà girare sulla soglia intrisa dei nostri pori
L’inaspettato smalto di un altro firmamento.
Qui io voglio piantare una penna viva.
Che sui vostri volti scintillanti inscriva
Miraggi marini, il segno che vi rende
La libertà nei pascoli del mio sangue.