- Chissà se ami tua moglie quanto io amavo mio marito. -
- Non lo so. -
- Lo amavo moltissimo, sai. Ma se n'è andato e adesso che sono con te me lo ricordo a malapena. -
- Non è un bene? - azzardò lui. - Andare avanti? -
- No, non è un bene - fece lei. - E' un male. E' una cosa crudele. E inutile. E' incredibile quanto possa essere inutile fare l'amore. -
Dopo - Claire Tristram
"In ogni essere - credimi, anche se potrà sembrarti scontato affermarlo da parte mia - in ogni essere che ho creduto di amare, ho sempre cercato solo e soltanto te. E la mia convinzione in proposito va al di là di quanto tu possa mai comprendere, Albertine."
"Mai chiedersi come sarà il futuro"
Doppio sogno - Arthur Schnitzler
Vai di nuovo a me a letto a Seattle, sola con il telecomando della tele, schiaccio un tasto e ammutolisco la televisione. In televisione ci sono tre o quattro persone sedute su delle sedie su un palco basso davanti a un pubblico televisivo. Sembra una telepromozione, ma non appena la telecamera zuma per un primo piano su ogni persona, sul petto di questa compare una piccola scritta. Ogni scritta per ogni primo piano è un nome seguito da tre o quattro parole tipo un cognome, quel genere di cognomi descrittivi che si danno gli indiani, ma invece di Heather Corre Con Bisonte, Trisha Caccia al Chiaro di Luna, i nomi sono:
Cristy Ha Bevuto Sangue Umano
Roger Ha Abitato Con Madre Morta
Brandy Ha Mangiato Il Suo Bambino
Io cambio canale.
Io cambio canale.
Io cambio canale ed ecco altri tre:
Gwen Fa La Puttana
Neville È Stata Stuprata In Prigione
Brent È Andato A Letto Con Suo Padre.
In tutto il mondo la gente sta raccontando la propria drammatica storia e come abbia passato la vita cercando di superare questo singolo evento. Ora le loro vite sono più orientate verso il loro passato che non verso il loro futuro. Schiaccio un tasto e restituisco la voce a Gwen FaLaPuttana per un piccolo assaggio sonoro di chiacchiere da prostituta. Mentre parla, Gwen modella la sua storia con le mani. Si sporge in avanti sulla sedia. I suoi occhi stanno guardando qualcosa in alto a destra, oltre l'inquadratura della telecamera. So che è il monitor. Gwen sta guardando se stessa che racconta la sua storia.
Invisible Monsters - Chuck Palahniuk
Lo spettacolo dei corpi, i movimenti delle mani, gli occhi ipnotizzati dall'altrui calore, la tua voce leccarmi. La pelle candida emana odore di anima, presto l'assaporerò con la lingua mentre le tue dita parleranno al mio corpo.
Ogni giorno vissuto sbiadisce il passato, non lo cancella, lo distanzia. Ora ho un'immagine pulsante di colori a trasmettersi sulla retina.
Ti ho mostrato le vecchie ferite, fragile mi sono spogliata per donarmi senza corazza. Nessuna barriera tra noi.
I giorni sono come granelli di sabbia che si perdono nel vento, voglio percepirli ad uno ad uno con il tatto prima che sfuggano via, conservarne il ricordo. Mai farli cadere banalmente dalle mani, scagliarli per la rabbia lontani precludendomi di viverli. Ho già perso troppo a causa di qualcun altro, ma anche io ho delle colpe.
Con te non sprecherò un giorno.
Eric, sdraiato sulla schiena, vedeva il monitor di sbieco, e non capiva se stesse guardando una riproduzione computerizzata o un'immagine del cuore vero e proprio. Palpitava vigorosamente sullo schermo. L'immagine era a meno di mezzo metro di distanza, ma il cuore assumeva un altro significato, un significato di lontananza e immensità, pulsava nella scura estasi sanguigna di una galassia in formazione. Sentiva la passione del corpo, la spinta all'adattamento attraverso le ere geologiche, la poesia e la chimica delle sue origini nella polvere di vecchie esplosioni stellari. Come si sentiva piccolo in confronto al proprio cuore. Eccola lì, a incutergli timore, l'immagine digitalizzata della vita sotto il suo sterno, che pulsava con forza al di fuori di lui.
Cosmopolis - Don DeLillo
Sento l'aria danzare frizzantina tra le cose, sgretolare la terra sotto i piedi mentre l'estate minacciosa avanza, il cuore dibattersi nella gabbia, le ossa sbranare la carne; i capillari mutarsi in radici negli occhi, suggere immagini, donarmi nere ferite.
Arriveranno i sorrisi della gente, falsi luccichii, lame che fendono. Pronuncerò false parole dettatemi dall'odio celato.
Sparirà l'esile corpo sotto il sole urlante il marciume della terra.
Il cuore malato si espande, con denti affilati distrugge gli epiteli, collassano gli organi. Fagocitando ogni brandello si ingrossa a dismisura, urla all'esterno la sua distruzione.
mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.
ho perso le mie sembianze.
Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa:
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti dà larga resa.
Alda Merini - Vuoto d'amore
"Tutto era così casuale. Mi ero innamorata di Mario, da ragazza, ma avrei potuto innamorarmi di chiunque altro, un corpo a cui finiamo per attribuire chissà quali significati. Un lungo brano di vita insieme, pensi che sia l'unico uomo con cui puoi stare bene, gli attribuisci chissà quali virtù risolutive, e invece è solo una canna che emette suoni di falsità, non sai chi è davvero, non lo sa nemmeno lui. Siamo occasioni. Consumiamo e perdiamo la vita perché un tale in tempi lontani, per voglia di scaricarci dentro il cazzo, è stato gentile, ci ha eletto tra le donne. Scambiamo per chissà quale cortesia rivolta solo a noi il banale desiderio di fottere. Amiamo la sua voglia di chiavare, ne siamo così abbagliate da pensare che sia la voglia di chiavare proprio con noi, soltanto con noi. Oh sì, lui che è così speciale e che ci ha riconosciute per speciali. Le diamo un nome, a quella voglia del cazzo, la personalizziamo, la chiamiamo amore mio. Al diavolo tutto, che abbaglio, che infondata vellicazione. Come una volta ha fottuto con me ora fotte con un'altra, cosa pretendo? Il tempo passa, una va, un'altra viene. Feci per ingoiare un po' di pillole, volevo dormire sdraiata sul fondo più buio di me stessa."
I giorni dell'abbandono - Elena Ferrante
Se la febbre è repressione emotiva, la mia difficilmente andrà via.
Ho soffocato la rabbia feroce con piume di sangue, togliendo la voce a parole di vetro. Non c'erano lacrime che potessero sgorgare dagli occhi infranti, stanchi di guardare. Senza un organo vitale mi sono sollevata dalla vita cementificata.
Non cammino, vago delirante e nauseata tra la gente.
Odio e recito.
Al buio, col tatto, sento le pietre incastrate sul viso. Si illumina di morte. E' la maschera più pesante che abbia mai indossato. Inamovibile radica sul viso lacerato.