Eric, sdraiato sulla schiena, vedeva il monitor di sbieco, e non capiva se stesse guardando una riproduzione computerizzata o un'immagine del cuore vero e proprio. Palpitava vigorosamente sullo schermo. L'immagine era a meno di mezzo metro di distanza, ma il cuore assumeva un altro significato, un significato di lontananza e immensità, pulsava nella scura estasi sanguigna di una galassia in formazione. Sentiva la passione del corpo, la spinta all'adattamento attraverso le ere geologiche, la poesia e la chimica delle sue origini nella polvere di vecchie esplosioni stellari. Come si sentiva piccolo in confronto al proprio cuore. Eccola lì, a incutergli timore, l'immagine digitalizzata della vita sotto il suo sterno, che pulsava con forza al di fuori di lui.
Cosmopolis - Don DeLillo
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