Sono trascorsi molti mesi di silenzio, ho ignorato le mie lacrime interiori per non fermare una giostra che stava partendo. Ho smesso di ascoltare per non crollare. Per non ledere una finta integrità.
Ritrovarsi a valutare ferri da stiro ed assi è un grave segno. Io che mai avrei pensato di maneggiare con serietà una piastra rovente e comporre in geometriche simmetrie camicie inamidate.
Non può che essere il profondo amore a spingermi nei meandri di fantasie tanto bizzarre.
Abbandonerò il mio letto, lo stato larvale in cui mi trasformo la notte sotto il peso di calde coperte. Avremo un letto grande ma fusi in abbracci occuperemo lo spazio di un solo corpo.
La certezza di averti ogni notte cancellerà le lacrime tristi, compagne non volute di ogni separazione, sigillo salino dei ritorni a casa.
Un puzzle di parole, pezzi di me che non voglio smarrire, li sto arginando in recinti di carta. Adesso le gambe sono ferme, infossate in sabbie mobili, devo farlo prima che la vita possa tornare a rapirmi.
Ho scritto interi racconti sull'invisibile carta posta d'innanzi gli occhi, da giorni raccolgo e ammucchio parole indistinte il cui suono crepitante nell'ardore del fuoco vuol dissolversi in un unico denso fumo.
La scrittura sarà un vorticare intorno ad una magrezza eterea e a brandelli di pelle di abbagliante luce.
Rare esperienze oniriche si rivestono di significati, ho la convinzione che la monotona luce del giorno riesca a cancellare i ricordi di scene notturne.
Capita talvolta che i sogni mi avvolgono di sensazioni benefiche, perduranti.
Nello spazio onirico mi trovavo in un piccolo appezzamento di terra collocato di fronte alla mia casa. Là, dove solitamente cresce rigogliosa Capparis spinosa, si estendeva una siepe di Passiflora cerulea il cui andamento è di natura rampicante.
La pianta, poco visibile per la scarsa luce solare, portava enormi e numerosi fiori dal diametro di 15 cm, le cui corolle era inumidite dalla presenza della nebbia. Mi accertai dello stato toccandone gli stami e promettendomi di raccogliere i fiori per poterli essiccare non appena il primo sole avesse asciugato le gocce di rugiada posate sulle corolle.
La Passiflora è un fiore carico di significato religioso, in quanto i suoi elementi fiorali evocano la passione di Cristo.
Facendo delle ricerche ho letto che fiori grandi sono portatori di buone notizie e di unioni. Ed io oggi ho avuto ulteriore conferma del desiderio di unione di chi amo.
Nel sogno vi era un senso di stupore e gioia per la presenza di quella pianta cresciuta in un ambiente inadatto, la cui bellezza era in parte occultata dall'oscurità.
Le gocce di rugiada possono ricollegarsi alle lacrime e al dolore che talvolta si cela nella bellezza degli avvenimenti, che seppur voluti conducono a inevitabili rinunce.
6 Gennaio 2014