La felicità è una strozzatura tra lo spirito e la mano scrivente.
Incapace a comunicare con combinazioni di parole le cerco camminando a tentoni sul pavimento di una gioia sinora sconosciuta. Tra il buio risplendono baci e carezze di una stanza tutta nostra, di un silenzio che era pace in esplosione. Lingua serpeggiante sulla carotide, giunge in testa il sangue che in essa scorre, irrora cellule con la tua essenza. Mieliniche membrane si aprono, sono fiori di primavera.
I corpi in un vortice inverso proiettati. Foglie di eucalipto calpestate, frantumate sotto la forza della nostra unione, sprigionano composti aromatici, anelli di carbonionio ondeggianti nell'etere.
L'imene sovversivo lacrima, sragiona, ama il suo padrone ma scongiura un'accettabile dolore. Ha atteso solo l'amore per la lacerazione. Vittime di un rito woodoo, ingabbiati tra le pareti dell'attesa scriviamo parole di miele.
Il sangue ha smesso di irrigare le cosce, tornerà quando infliggerai colpi ardenti tra le pareti strette del ricettacolo carnoso.
30 Settembre 2011
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