DANIEL: La grande differenza fra voi due è che a Marina dà dolore essere un animale. A lei invece è del tutto indifferente.
...
DANIEL: Questa no, eh! È diventato il suo chiodo fisso. Qualsiasi cosa uno dica lei ribatte: «C’è la guerra». Uno la accusa di bruciare dei capolavori e lei risponde: «C’è la guerra». Uno la accusa di portare alle stelle dei romanzi spazzatura e lei risponde: «C’è la guerra». Uno la accusa di sedurre la ragazza del suo assistente e lei risponde: «C’è la guerra».
IL PROFESSORE: Il fatto è che c’è la guerra!
DANIEL: E perché questo la dovrebbe scusare?
IL PROFESSORE: Le leggi non sono più le stesse quando c’è la guerra, nel caso lei non se ne sia accorto.
Troppo nervosa; ogni tentativo di scacciare lo stato in cui mi trovo diviene vano in pochi istanti. Ogni parola il contrario di quella che vorrei sentire, ogni gesto non fatto è proprio quello che vorrei.
Incapace di prendere una decisione senza guardare la strada non percorsa resto sul ciglio del selciato, immobile e distante, soprattutto da me stessa.
Finalmene domani giornata libera. Lontana da volti sconosciuti, bambini urlanti, musica continua che violenta sinapsi.
Un solo effimero giorno.
"Il nemico è quello che dall'interno distrugge tutto ciò che vale. È quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello che, in un giorno perfetto, troverà un'ottima ragione per torturarti. È quello che ti ispirerà il disgusto per te stesso. È quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza."
Cosmetica del nemico - Amélie Nothomb
"Mi portai rondine al petto, a torso nudo, me la appoggiai al cuore che galoppava, con il desiderio assurdo che i miei battiti in eccesso le restituissero la vita, che le mie palpitazioni contaminassero il corpicino e che grazie ad esse un altro corpo fragile riuscisse a respirare, rondine, non potevo sapere che eri tu, e adesso che ho capito chi eri mi dispiace, sì, vorrei stringerti al cuore, io che ti ho freddamente distrutto, vorrei riscaldarti, io che brucio dal desiderio di sapere chi eri, chi sei, ti chiamerò Rondine."
"Con Rondine, la storia è cominciata male, ma si conclude nel migliore dei modi dal momento che non finisce. Io muoio per averla mangiata, lei mi uccide da dentro il mio ventre, con dolcezza, di un male efficace quanto discreto. Muoio mano nella sua mano, dal momento che sto scrivendo: la scrittura è il luogo in cui mi sono innamorato di lei."
Diario di Rondine - Amélie Nothomb
Volontà chiuse in un vaso, fiori senza turgore. Gli occhi affaticati dalla luce argentea, asettica, intorno al corpo mio e tuo riflessi. La fame vorace di Essenza impalpabile mi piega in due per un lancinante dolore. Oggi le parole plumbee hanno appesantito i fogli con le immagini del corpo arreso, cosciente, svuotato da un passato dalla luce accecante, un corpo che attende il lacerante ingresso di una vita a donar semi per la creazione di nuovi organi vitali, a far pulsare nuovo sangue tra i secchi vasi di epitelio.
Il pesce elettrico - Enrico Fovanna
Facilmente soggetta alla noia, tendente a decisioni estreme.
Stringo forbici tra le mani, sforbiciando l'aria tra pause silenti.
Fumo sigarette di antociani per colorare il sangue annacquato con illusioni.