"Mi portai rondine al petto, a torso nudo, me la appoggiai al cuore che galoppava, con il desiderio assurdo che i miei battiti in eccesso le restituissero la vita, che le mie palpitazioni contaminassero il corpicino e che grazie ad esse un altro corpo fragile riuscisse a respirare, rondine, non potevo sapere che eri tu, e adesso che ho capito chi eri mi dispiace, sì, vorrei stringerti al cuore, io che ti ho freddamente distrutto, vorrei riscaldarti, io che brucio dal desiderio di sapere chi eri, chi sei, ti chiamerò Rondine."
"Con Rondine, la storia è cominciata male, ma si conclude nel migliore dei modi dal momento che non finisce. Io muoio per averla mangiata, lei mi uccide da dentro il mio ventre, con dolcezza, di un male efficace quanto discreto. Muoio mano nella sua mano, dal momento che sto scrivendo: la scrittura è il luogo in cui mi sono innamorato di lei."
Diario di Rondine - Amélie Nothomb
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