"Lilith era sempre sola nelle sue tempeste, nelle sue furie, nei suoi sconvolgimenti emotivi, ai quali lui non partecipava.
Probabilmente questi sfoghi simboleggiavano la tensione che non si scaricava tra loro sessualmente. Il marito rifiutava le sue sfide violente, le sue ostilità primitive. Si rifiutava di scendere con lei in questa arena emotiva e di accontentare il suo bisogno di gelosia, di paure, di battaglie.
Forse, se avesse accettato le sue sfide e si fosse prestato di più ai suoi giochi, la moglie avrebbe sentito la sua presenza con maggior impatto fisico. Ma il marito di Lilith non conosceva i preludi al desiderio sessuale, non conosceva nessuno degli stimolanti che certe nature selvagge richiedono, e così, invece di assecondarla, non appena la vedeva con i capelli elettrici, il viso più vivace, gli occhi come fulmini, il corpo inquieto e scattante come quello di un cavallo da corsa, si ritirava dietro a una parete di comprensione oggettiva, a una gentile accettazione ironica di lei, come uno che guarda un animale allo zoo, e sorride ai suoi giochi, ma non riesce a condividerne l'umore. E questo lasciava Lilith in uno stato di isolamento; davvero come un animale selvaggio in un deserto."
Il Delta di Venere - Anais Nin