Ricevetti in regalo una macchina da scrivere quando ero molto piccola. Fu il regalo più bello che abbia mai ricevuto. Ne amavo l'odore, dolce e lento era il suo espandersi nei polmoni; il suono dei tasti, duro e secco; il contatto tra polpastrelli e plastica, accogliente come calice che riceve acqua. Mi inebriava il martellante suono, la danza di lettere impresse, intrappolate sotto un nastro d'inchiostro.
Ne rimossi il ricordo fino a qualche anno fa. Oggi vedere questa foto mi ha riempita di dolorosa nostalgia per un oggetto che tanto ho amato durante l'infanzia. Nell'ossessione di conservare le cose ad uno stato perfetto, la riponevo nella sua scatola ogni qualvolta terminavo di usarla e non lasciavo ad altri possibilità di giocarci. Meticolosa e possessiva sin da bambina. Continuai ad usarla anche quando il nastro terminò il suo lavoro, lasciando gli occhi godere dei balzi delle lettere invisibili e impazzite.
Fu un litigio a portarmela via. La mia punizione fu vederla infrangersi sul pavimento, divenne cristallo che perde splendore. L'imperdonabile ira di mia madre ad infrangermi di dolore, come se non bastasse esser punita vivendo, temendo, muovendomi tra le pareti senza fare rumore per non svegliare turbinii neri e incompresibili a tutti. Reggendo sul diaframma esile di bambina un peso che sa di invidia impossibile da ignorare.
Un'altro peso invece si disgrega nell'aria chiedendo ad essa di somigliarle, di divenire trasparente e muta.
Stupenda!!
Un saluto cara Ametista.
Bellissimo e tristissimo ricordo...sto notando che per ora ti stanno tornando cose a galla...mi viene da pensare...e se fosse in merito al file.
Pazzesco. Io uguale.
Grazie Franz :)
Dayann il ricordo di cui ti ho parlato in privato era da tempo nella testa. Il file audio però è estremamente rilassante, lascia in me c'è un senso di benessere. Solo una sera non ricordo cosa sia successo mentre lo ascoltavo, è come se mi fossi addormentata e svegliandomi ho avuto la percezione fisica delle estremità allungarsi, estendersi come gli arti di Dafne che diviene albero. In un certo senso un'estensione è avvenuta anche in me.
Furiosa, non più Demonia..., dovremmo trovare il tempo per una chiacchiera. Ti abbraccio forte e ti auguro buoni cambiamenti.