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Primavera nera
Io sono lo spazio nero in cui irrompono le gemme con angoscia - Henry Miller -
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Era legata alla sedia a rotelle e continuava a caderle la testa in avanti mentre la spingevano lungo i corridoi, giù con l'ascensore, lungo altri corridoi, e di tanto in tanto ritrovava un barlume di consapevolezza e si ricordava che quella mattina non aveva fatto colazione ed era felice di non essere stata sottoposta a quella tortura, e questo le dava abbastanza energia da pensare che ci potesse essere qualche speranza, che forse sta per incontrare quel giovane medico tanto gentile e la testa le cade di nuovo in avanti e poi la stendono su un tavolo e apre gli occhi perplessa ma non riconosce nulla e comincia ad agitarsi e tremare di paura mentre le passano accanto dei volti, sfocati, e ci sono delle luci, e lei non sa dove si trova ma qualcosa le dice che non dovrebbe essere lì, una sensazione forte si fa strada attraverso i tranquillanti e le dice che è questione di vita o di morte, che deve uscire da quella stanza, lontano da quella gente dal volto che sembra senza forma o nascosto dietro qualcosa e lei cerca di opporre resistenza, ma non ce la fa e delle mani fortissime la stendono sul tavolo e la legano e lei si sente la gola che comincia a chiudersi e il cuore che minaccia di scoppiare e le attaccano qualcosa in testa e le ficcano qualcosa tra i denti e la gente parla e ride ma le loro voci sono un unico ronzio e le sembra che ci siano molte facce che si sporgono su di lei e si accorge che sta sbarrando gli occhi sempre di più mentre la guardano, la scrutano, e sente delle risate e poi le facce sembrano indietreggiare e scomparire in una foschia e all'improvviso una scarica di fuoco le attraversa la carne e sente che gli occhi le stanno per schizzare dalle orbite mentre il suo corpo brucia e poi si irrigidisce come se stesse per spezzarsi in due e un dolore le trafigge la testa e le pugnala le orecchie e le tempie e continua a sussultare e rimbalzare mentre le fiamme bruciano ogni sua cellula e ha la sensazione che un'enorme pinza le stia torcendo e frantumando le ossa a mano a mano che la corrente elettrica le arriva più intensa e il suo corpo brucia e si inarca e ricade sul tavolo con uno schianto e Sara sente le ossa spezzarsi e l'odore di bruciato della sua stessa pelle mentre le infilano degli uncini spinati negli occhi strappandoglieli dalle orbite e lei non può fare altro che tenere duro e sentire il dolore e l'odore di carne bruciata, incapace di gridare, supplicare, pregare, di fare il minimo rumore o persino di morire, può solo restare imprigionata nella sofferenza straziante mentre la sua testa urla AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHhh
hhhhhhhhhh...

Requiem per un sogno - Hubert Selby


11:38



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    Silenziofila, misofoba, eccessivamente selettiva, solitaria, paranoica, perfezionista. Amo: i libri, il suono fragile del violino, la notte, il suono delle parole greche, Egon Schiele, l'erotismo, le spine iliache sporgenti, le foto in bianco e nero. Odio: le leggi, le etichette sociali, le persone irose, la televisione, invecchiare.
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