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Primavera nera
Io sono lo spazio nero in cui irrompono le gemme con angoscia - Henry Miller -
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Bambino Bruciato - Stig Dagerman

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"Cominciava ad avere freddo. Quando smette di piangere, le vien freddo. Poi mal di testa. Ha messo una mano sul tavolo, perchè io la scaldassi. Io ero arrabbiato e ho fatto finta di non vederla. Ma quando stavamo per andar via, le ho detto: Lì c'è la tua mano. Non te la dimenticare. Poi mi sono pentito. Ma a quel punto era troppo tardi. Non le ho telefonato per tre giorni. Lo so che lei è lì che aspetta, cammina avanti e indietro, piange e aspetta. Ma non osa telefonare. Io l'amo. Ogni volta che penso a lei mi prende una tristezza. Poi avrei voglia di scaldarla. Non potre mai tradirla. Inoltre mi ama troppo."


"Quando qualcuno muore, da una parte si apre un grande buco vuoto. Ma dall'altra rimane una grande quantità di cose. Queste cose le si guarda, le si gira in tutti i sensi. Non si sa bene cosa farne. Si comincia con l'accarezzarle. Quando le si accarezza a lungo, le dita cominciano a stancarsi. Così si finisce per odiarle."

"A letto, si tiene un cuscino sul petto. I cuscini sono una buona cosa per chi è solo. Con un cuscino si possono fare due morbide ginocchia. E anche un morbido braccio che stringe il corpo. Nessuno ha un braccio morbido come un cuscino, nè così caldo, perchè si può farlo caldo quanto si vuole. Il braccio lo riscalda e lo fa sentire meno solo."


"Dentro di noi portiamo l'immagine di qualcosa di spaventoso che ci accadrà prima o poi nel buio più fondo, l'immagine di qualcuno che incontreremo in una sera di pioggia e di vento, l'immagine di qualcuno di nascosto nell'oscurità dietro una porta mentre entriamo in una stanza. Ognuno di noi porta dentro di sé l'immagine di uno spettro. Per questo in realtà non ci spaventiamo al momento del terribile incontro: lo abbiamo aspettato ogni giorno, al calare delle tenebre. La tremenda sensazione di una conferma è tutto quello che proviamo."

"E' che il suo viso e la parte anteriore del suo corpo possono talvolta dare una sensazione di solitudine e di un silenzio che in genere solo una schiena può dare."


"Cos'avete da guardarmi, vorrebbe gridare. Ma grida soltanto con gli occhi. E' l'unico grido che riesce a tirar fuori. L'altro grido, quello vero, resta sepolto nel suo profondo. E' un uovo che giace sotto sabbia calda, ci vorrà molto calore per farlo schiudere; una volta chiuso, il grido verrà fuori, ma prima che il guscio si rompa, nessuno può sapere come sarà. Neppure lui."


"I genitori vivono una vita più impura di quella dei loro figli, perchè si perdonano tutto. Arrivare a perdonare tutto a se stessi e praticamente niente ai propri figli è il grande vantaggio che "l'esperienza" concede agli uomini. Quello che i genitori chiamano esperienza non è altro che il tentativo, riuscito fino al limite del mero cinismo, di negare tutto quello che avevano sperimentato di più puro, più giusto e più vero in gioventù. Loro stessi non si accorgono dello spaventoso cinismo implicito in questo continuo parlare dell'"esperienza" come del massimo obiettivo della vita. Si accorgono soltanto dell'"inesperienza" dei loro figli, cioè di quella mancanza di esperienza che si chiama purezza e onestà, e questo li irrita. E quando sono irritati scaricano la loro irritazione sui figli, e questo lo chiamano "educare". Perchè che cos'è l'educazione, se non il tentativo di genitori irritati di soffocare nei figli quello che riconoscono in se stessi? Se non sono irritati, si atteggiano a superiori, superiori perchè con ipocrita fierezza si fanno vanto della loro grande esperienza della vita, come se ci fosse davvero qualche motivo di rispetto e di ammirazione nell'aver distrutto la parte migliore di se stessi."


"Per non sentirsi solo, la sveglia dolcemente e rimangono sdraiati ad ascoltare il mare e i piccoli colpi di becco della pioggia sul tetto delle imposte. Forse sono quelli i momenti di più intensa felicità. Non ancora del tutto svegli, non hanno alcun ricordo del passato, sentono solo la reciproca vicinanza e il tepore dei loro corpi. In quei momenti diventano anonimi: non c'è nessun Bengt e nessuna Gun, solo un essere umano accanto a un altro che può essere chiunque e che è caldo e amato. Per riconoscersi devono addirittura tastarsi i volti come i ciechi. Per gioco, perchè non hanno bisogno di riconoscersi. Non dovrebbero riconoscersi. Basta il buio e la morbidezza e il calore della carne."


12:40



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    Silenziofila, misofoba, eccessivamente selettiva, solitaria, paranoica, perfezionista. Amo: i libri, il suono fragile del violino, la notte, il suono delle parole greche, Egon Schiele, l'erotismo, le spine iliache sporgenti, le foto in bianco e nero. Odio: le leggi, le etichette sociali, le persone irose, la televisione, invecchiare.
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