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Primavera nera
Io sono lo spazio nero in cui irrompono le gemme con angoscia - Henry Miller -
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22:38



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"Allo stesso modo in cui nel giorno in cui nascesti il Sole si offrì al saluto dei pianeti , così in
seguito crescesti in base alla legge di quell'ora .
 Così dev'essere , sfuggire non puoi , già lo dissero profeti e sibille e nessun tempo e nessuna forza
può spezzare la forma già coniata che vivendo si evolve."



Scritti orfici - Goethe


11:10



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“È interessante suonare quel violino nero?” gli domandò Johannes il terzo giorno. 
Erasmus sollevò lo sguardo, e un leggero pallore gli velò il viso.
“Quel violino? Vi consiglio di non sfiorarne nemmeno una corda.”
“Perché? É così scadente da non meritare d’essere suonato?”
“Al contrario! É lo strumento più straordinario che io conosca. Un semplice alito basta a farlo vibrare. Ma la musica che ne scaturisce è talmente strana da poter cambiare la vita di chi lo suoni. É come la felicità. Una volta che la provi, ne resti marchiato a vita. Suonare il violino nero è la stessa identica cosa.”
“Voi l’avete mai suonato?”
“Solo una volta. Tanto tempo fa. Da allora non l’ho più toccato. È come l’amore. Quando hai amato una volta - e mi riferisco all’amore vero, al grande amore - fai di tutto per dimenticartene. Non c’è niente di peggio che esser stati felici una volta nella vita. Da quel momento in poi tutto il resto ti rende infelice, anche le cose più insignificanti.”

Il Violino Nero - Maxence Fermine


23:38



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"Un giorno forse diventerò anoressica e bulimica e vomiterò biscotti dentro barattoli quattro stagioni con lei che dopo anni noterà il mio scheletro danzante e scoverà pasti in scatola rigurgitati così schifosamente e allora digiterà numeri per malati di mente cercando colloqui psycho risolvi questione"
"Giovani menti di costa, amanti di ritmi notturni ed emozioni sottospirito. La notte può finire da un momento all'altro. Il giorno sarà troppo impietoso con le nostre facce sconvolte dal trucco disfatto e la donna di chiesa avrà sguardi cattivi, troppo cattivi per noi che in fondo viviamo come le stelle in un mondo buio e lontano"
Fluo - Isabella Santacroce


13:16



Una storia sbagliata - Fabrizio De Andrè

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15:18



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Pier Paolo Pasolini (5 marzo 1922 – 2 novembre 1975)


15:16



Encuée - Pierre Bisiou

Books, Eros, Fantasie, Letteratura 2 commenti

La leccornia è di una infinita delicatezza, di fatto. Sono dietro il tuo culo proteso, il tuo culo spalancato voglioso, mi accosto, ci sono, allargo un pò, scopro la tua rosetta. Tutto è così bello! E' l'occhio magico che mi guarda dal tuo intimo. La bocca sacra delle parole contro natura. Il buco del tuo culo, vi passo prima la lingua più tesa che posso. Come il palmo della mano in precedenza contro il pube. Diverse volte. E' necessario che brilli, che risplenda di saliva perchè l'amore è acquoso, soprattutto come lo pratichiamo insieme tu e io.

 

Non devo più mollare il tuo culo, lo si avverte dai miei gesti e nei tuoi atteggiamenti e in tutto ciò che mimiamo insieme. Ci concediamo alcuni secondi esaltati, penetranti, vivaci, accelerati. Il genere di pratica che una volta avviata è senza domani: siamo pronti a morire d'inculata questa notte. Deliziandoci moltissimo. Un tempo. Una notte.

E' meraviglioso quanto sei bella, mia gabbia per uccelli. In altri secoli avremmo potuto piangere fin da questo istante, senza aspettare tutto il resto.



Cinguettio a cui "Sì..." rispondo accelerando il ritmo perchè ti piace così. E i tuoi sospiri d'affrettarsi quando reclami altre parole carnali più spinte per infiammare la tua immaginazione che non ne chiedeva tanto, in fondo, non esattamente tanto

Oliato dalla tua bocca, il mio batacchio lietamente scivola nel tuo pertugio innamorato, aperto, beante, appetibile, offerta di delizia. Schlack!


Abbiamo parlato tanto, lei si è tanto accarezzata, che non ne posso più e lo avverte e si gira offrendo il suo posteriore adorabile alla mia concupiscenza e il suo occhio grinzoso al mio glande. Mi riseva una tenera accoglienza.


Poggio la macchina e m'accosto al tuo sesso. Sulle tue dita che s'agitano cospargo una densa saliva, la tua mano sinistra si è posata sui seni, oh, leggermente, pian pianino, lo sfioramento di uno strato di piume. Ti lecco la parte inferiore della fica, con la punta tesa perlustrando l'emtrata della vagina e lasciando campo libero là sopra a quel ditalino che in questo momento non appartiene che a te.
Sono a metà tra spettatore e agente.
Mi vuoi ma non troppo.
E' tipico delle clitoridee più integraliste ancora.


Inculavo, e pensavo a volte, cammin facendo, alle corolle dei fiori che avrei voluto aprire delicatamente, con la punta delle dita, fino al calice, trattenendo il respiro, piegato su quelle vulve quasi trasparenti da essere così fragili e lisce e pure.


Colui che estrae il suo membro insanguinato lascia una traccia perenne in ogni donna così presa per la prima volta. Colui che rimesta il suo bastone in culi imburrati raggiunge qualcosa d'altro, l'effettivo destino, con il glande tocca finalmente la vita in tutta la sua acredine. Persino la sa anteriorità si cancellerà dalle memorie in assenza di segno definitivo.


Adoro vederti su di me. Quando t'impali sul piolo, mamma mia,. Quando le mie mani vanno e vengono dal tuo petto alla tua passera, ti afferrano i frutti che riposano sulle mie cosce, quando ti succhio i seni se pieghi verso di me il tuo busto sodo e attraente.

Questa posizione seduta richiede più sicurezza di sé di quanta tu ne abbia, o meglio, un senso della conduzione più forte.



Inizio con dei movimenti più vivaci, dei vai e vieni eccitati, dei colpi a imbottire il tuo essere più accogliente di un'ania pulita. Lo senti? Oh, si! E metto la mano sul tuo stomaco e sento le vibrazioni dei miei assalti che si ripercuotono là dentro, in tutto il tuo didietro di sgualdrina avventurosa. Questa percezione è così vertiginosa, trapassante. La voluttà dell'onda che ti attraversa è un effetto favoloso.


Un giorno avrei voglia di allestire una istallazione lambiccata, con telecamere e svariati schemi che diffondano in diretta i nostri accoppiamenti carnali ma scomposti in un puzzle numerico, con echi, immagini che si duplicano, si sovrappongono, qualcosa di complesso, ecco, qualcosa con prospettiove differenti. Penso a questo talvolta. Come per le foto, tra il bisogno di moltiplicare le nostre percezioni e la paura di perderle, volontà di imprimerle da qualche parte. Ah, e poi, che ne farò nell'inverno, novantenne tremante di fronte a quelle lubricità passate? Bisogna dimenticare. Alla fine.



Posso, con uno schiocco della lingua, lasciarti intendere che saresti più felice con due membri nella passera e un vibratore gigante nel culo. Come fare, dunque, perchè il mio immaginario non diventi la tua ambizione? Per lasciare il fantasma al suo posto?


Sudori. Siamo storditi. Io sono ansimante e tu un ano radioso.


Mi dici: "Credi sia normale? Sai credo che non sia normale. Non è sano desiderarew tanto di far l'amore così. Desidero farlo così più ancora che per la via normale. Non è normale, dì?".



In un batter di ciglia, il mio medio destro sprofonda lui pure nel tuo ventre ed eccoti doppiamente masturbata ed emetti gridolini stesa sul lenzuolo spiegazzato. E ciò, veramente, tu adori che te lo faccia, come mi confessi tra sospiri dopo che t'ho interrogato nel cavo dell'orecchio sulle tue impressioni senza cessare i miei movimenti maliziosi.


Vorrei potertelo far sentire. Sapendo che anche tu senti tutto ma altrimenti. Tu senti come una invasione del culo, come il bolo fecale che ti deforma all'interno ma per entrare, non per uscire, perciò direi come un corno di toro che spinge per sfondare. Sapendo che la via non è quella buona, quella della natura, quella del divenire della specie, quella non so come dire, della buona pratica, sapendo che la via non è quella della buona condotta, la tensione è ai livelli massimi, violenta, la sensazione che il tuo culo, no, che il tuo corpo stia per esplodere letteralmente!

 
Girati come siamo, è abbastanza inconcepibile tentare quel che mi passa per la testa, come succhiarti la lingua. E' eccitante tuttavia, nel contesto, di succhiarci la lingua ciascuno l'uno dopo l'altra. Benché non tutti la pensino come me. Degli amici non lo hanno mai amato o non hanno mai compreso mentre altri anche i denti volevano.

L'occhio del tuo culo al momento si è chiuso. Si contrae poi. Piccola bocca di piccolo animale che reclama un pasto. O che. Spingo, non sforzo, premo, allento, premo, allento, finchè ti unisci a questa respirazione arrotonando il tuo anello anale, dimenticando i tuoi muscoli, aspirando dallo sfintere una potente bramosia di penetrazione.

 
Il mio dardo vibra per il generoso flusso sanguigno che i miei ormoni richiamano a sostegno per farcirti in profondità. Disteso, la mia fovea si riempie di questa immagine di te assolutamente superba, totalmente dedicata all'avidità del corpo. Devo farmi violenza per non straziarti il culo con frenesia. Lo immagini?








14:15



Alda Merini, Books, Letteratura 0 commenti

"Si parla spesso di solitudine, fuori, perchè si conosce solo un nostro tipo di solitudine. Ma nulla è così feroce come la solitudine del manicomio. In quella spietata repulsione da parte di tutto si introducono i serpenti della tua fantasia, i morsi del dolore fisico, l'acquiescenza di un pagliericcio su ci sbava l'altra malata vicina, che sta più in sù. Una solitudine da dimenticati, da colpevoli. E la tua vestaglia ti divemnta insostituibile, e così gli stracci che hai addosso perchè solo loro conoscono la tua vera esistenza, il tuo vero modo di vivere."

L'altra verità, Diario di una diversa - Alda Merini


11:25



Alda Merini, Books, Letteratura 0 commenti

"Quando una donna si tagliava le vene, veniva vituperata, dava scandalo. Nessuno andava a vedere quale groviglio di male o di pianto, o quale esterna sofferenza l'avesse portata a quella decisione. E così, anche se noi dovevvamo rigare dritti come soldati, e fingerci contenti, seguitavamo a morire giorno per giorno, senza che gli altri se ne accorgessero. Ci pareva a noi, pareva anche a me, di essere messa in una lunga fila di condannati a morte, e che, ogni volta che si cadeva, una frusta pesante si abbattesse su di noi e una voce minacciosa dicesse <>. Così, consumando in un passo irragionevole la nostra esistenza, noi ci addentravamo nei meandri della pazzia."

L'altra verità, Diario di una diversa - Alda Merini


11:18



Alda Merini, Books, Letteratura 0 commenti

"Io quando scrivo, è come se dormissi ed entrassi nel profondo della mia anima. Mi fa paura il risveglio, il contatto matematico, aggressivo con la realtà della quale vorrei finalmente slegarmi"

L'altra verità, Diario di una diversa - Alda Merini


11:01



Alda Merini, Books, Letteratura 0 commenti

"Io avevo sete di verità e non capivo come ero potuta capitare in quell'inferno. Disposta naturalmente al razionalismo, avvezza a cercare il perchè di tutte le cose, ero spaventata dall'oscenità che si adoperava in quei luoghi. Il demente viene considerato "incapace di intendere e di volere". Eppure, sotto la diagnosi serpeggiava quieta la mia anima dolce, rasserenatnte, un'anima che non era stata mai tanto luminosa e vitale, e, a volte, per consolarmi, pensavo che quella brutta vestaglia azzurra fosse il saio di san Francesco e che io di proposito l'avessi scelto per umiliarmi.
Così in questo modo gentile adoperai il silenzio, e mi venne fatto di incontrarvi il mio io. quell'io identico a me stesso, che non voleva, non poteva morire"

L'altra verità, Diario di una diversa - Alda Merini


10:58



Alda Merini, Books, Letteratura 0 commenti

"L'aver vissuto in un manicomio e l'aver intrapreso questo vissuto, non è cosa di tutti; l'esserne poi riusciti, è stata impresa quanto mai difficile in quanto pericoloso uscire dai meandri della propria inquietudine per adentrarsi nella socialità"

L'altra verita, Diario di una diversa - Alda Merini


10:36



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    Ametista
    Silenziofila, misofoba, eccessivamente selettiva, solitaria, paranoica, perfezionista. Amo: i libri, il suono fragile del violino, la notte, il suono delle parole greche, Egon Schiele, l'erotismo, le spine iliache sporgenti, le foto in bianco e nero. Odio: le leggi, le etichette sociali, le persone irose, la televisione, invecchiare.
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