Al momento, il progetto di riforestazione attivo al quale partecipo con il mio blog è dislocato a Göritz e gli alberi che piantati sono querce.
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore
CALIGOLA. E' buffo. Quando non uccido nessuno mi sento solo. I vivi non bastano a riempire l'universo e vincere la noia. Quando ci siete tutti, mi fate sentire intorno un vuoto così sconfinato da restarne accecato. Io non sto bene che in mezzo ai miei morti.
Caligola - Camus
La mente attua una fuga con il corpo
Blocca situazioni riversando paure
Ora la paura più grande è degli altri.
La carne diviene strumento, interruttore.
Frequente breve angosciante respiro
L'aria trapassa con fitte
Il diaframma è pesante e contorto
Colonie di formiche percorrono mani e viso incessantemente
Lo stomaco tenta di risalire l'esofago
Per lasciare una cavità d'angoscia
Lentamente tutto svanisce
Il sangue torna lento a scorrere
Il corpo un brandello stremato
Un chiodo a trafigger l'emisfero sinistro
Sul viso lacrime dolci
22 Novembre 2011
La fine del mondo e il paese delle meraviglie - Haruki Murakami
Qui tutto è giallo e verde
Ascolta la sua voce, la sua pelle-di-terra,
le voci ossa-secche dei curiosi
che pulsano come annunci pubblicitari.
I piccoli animali dei boschi
Portano le loro maschere di morte
Dentro una stretta tana invernale.
Lo spaventapasseri si è strappato
I due occhi di diamanti
E si è avviato verso il villaggio.
Il generale e il postino
Hanno portato via i loro pacchi.
Tutto ciò è successo prima
Ma nulla qui è obsoleto.
Tutto qui è possibile.
Per questo
Forse una ragazzina ha riposto
I vestiti invernali e distrattamente
Si è messa sul ramo di un albero
Che sta sopra una pozza del fiume.
Si è distesa sul ramo,
Appena un po’ sopra le case dei pesci
Che nuotano dentro e fuori dal riflesso
E su e giù per le scale delle sue gambe.
Il suo corpo porta le nuvole a casa.
Lei guarda il suo viso d’acqua
Nel fiume dove uomini ciechi
Vengono a nuotare a mezzogiorno.
Per questo
Il suolo, quell'incubo invernale,
Ha curato le sue piaghe e scoppia
Di uccelli verdi e vitamine.
Per questo
Gli alberi ripiegano i loro rami
E reggono tazzine di pioggia
Con le loro dita sottili.
Per questo
Una donna sta ai fornelli
Cantando e cuocendo fiori.
Tutto qui è giallo e verde.
Di certo la primavera permetterà
A una ragazza senza uno straccio addosso
Di rigirarsi dolcemente nel suo sole
E di non aver paura del suo letto.
Lei ha già contato sette
Boccioli nel suo verde, verde specchio.
Due fiumi confluiscono sotto di lei.
La faccia di un bambino raggrinsisce
Nell'acqua ed è andata per sempre.
La donna è tutto ciò che è dato vedere
Nella sua bellezza animale.
La sua adorata e ostinata pelle
Riposa sul fondo dell'albero d'acqua.
Tutto è del tutto possibile
E anche i ciechi possono vedere.
[...]
La morte ha le ossa tristi; si direbbe,
e tuttavia mi attende, anno dopo anno,
per risanare delicatamente una vecchia ferita,
per versare il mio fiato fuori dalla sua cattiva prigione.
Equilibrati là, a volte i suicidi si incontrano,
furiosi contro la frutta, una luna gonfiata,
lasciano il pane che hanno preso per un bacio,
lasciano la pagina del libro sbadatamente aperta,
qualcosa di rimasto non detto, il telefono non riagganciato
e l'amore, qualunque cosa fosse, un'infezione.
(da Voglia di morire di Anne Sexton)
[...]
Io riempio la stanza
con le parole della mia penna.
Le parole colano fuori come un aborto.
Io fiondo parole nell'aria
e loro tornano indietro come palle da squash.
E tuttavia c'è silenzio.
Come un'enorme bocca di bambino.
Il silenzio è la morte.
Viene ogni giorno come uno shock
a sedersi sulla mia spalla, un uccello bianco,
a beccare gli occhi neri
e il rosso muscolo vibrante
della mia bocca.
(da Il silenzio di Anne Sexton)
[...]
E' ora di richiamare l'attenzione
sul nostro letto, una foresta di carne
dove semi scoppiano come proiettili.
Siamo nella nostra stanza. Siamo in
una scatola di scarpe. Siamo in una scatola di sangue.
Delicatamente ci siamo lasciati dei lividi, eppure
non siamo vecchi e non siamo nati morti.
Siamo qui su una zattera, esiliati dalla polvere.
L'odore di terra è svanito. L'odore
di sangue è qui e la lama e il suo proiettile.
[...]
(tratto da Ora - Anne Sexton)
"Fai tutto tu
crei i casi e litighi"
Inevitabilmente le parole di oggi mi riportano al sogno di questa notte.
Siamo entrambi in acqua. Tu resti fermo al bordo della piscina, io con grandi bracciate nuoto smuovendo tutta l'acqua di un colore azzurro-verde, profonda.
Pittura su legno - Ingmar Bergman
Il vangelo di Eros - Florence Dugas
-Vangelo di Tommaso-
Il corpo è il corpo
è solo
non ha bisogno d'organi
il corpo non è un organismo
gli organi sono nemici del corpo
le cose che si fanno si producono semplicemente, senza
il concorso di nessun organo
ogni organo è un parassita,
riveste una funzione parassitaria
destinata a far vivere un essere che non dovrebbe trovarsi là.
Gli organi non sono fatti che per dare da mangiare agli
esseri, allorché questi sono stati condannati nel loro principio
e che non hanno ragione alcuna di esistere.
La realtà non è ancora costruita perché i veri organi
del corpo umano non sono ancora stati combinati e sistemati.
Il teatro della crudeltà è stato creato per portare a termine
quest'opera
e per iniziare con una nuova danza del
corpo dell'uomo un ribaltamento di questo mondo di microbi
che non è che un niente coagulato.
Il teatro della crudeltà vuol far danzare le palpebre
coppia a coppia con gomiti, rotule, femori,
alluci e che lo si veda.
"Perchè mai dio avrebbe dovuto costruire, avrebbe dovuto creare, dei corpi fatti di ossa, di tendini e vene e tutto quanto come se fossero davvero un'opera d'arte per poi ricoprire tutto quanto con uno strato di grasso, con una colata di grasso, che è merda"
da un'intervista a Marco Mariolini
La felicità è una strozzatura tra lo spirito e la mano scrivente.
Incapace a comunicare con combinazioni di parole le cerco camminando a tentoni sul pavimento di una gioia sinora sconosciuta. Tra il buio risplendono baci e carezze di una stanza tutta nostra, di un silenzio che era pace in esplosione. Lingua serpeggiante sulla carotide, giunge in testa il sangue che in essa scorre, irrora cellule con la tua essenza. Mieliniche membrane si aprono, sono fiori di primavera.
I corpi in un vortice inverso proiettati. Foglie di eucalipto calpestate, frantumate sotto la forza della nostra unione, sprigionano composti aromatici, anelli di carbonionio ondeggianti nell'etere.
L'imene sovversivo lacrima, sragiona, ama il suo padrone ma scongiura un'accettabile dolore. Ha atteso solo l'amore per la lacerazione. Vittime di un rito woodoo, ingabbiati tra le pareti dell'attesa scriviamo parole di miele.
Il sangue ha smesso di irrigare le cosce, tornerà quando infliggerai colpi ardenti tra le pareti strette del ricettacolo carnoso.
30 Settembre 2011
"La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia. Finché dura, l'amore è in bilico sull'orlo della sconfitta. Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro. Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l'ansia. L'amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile."
Amore liquido - Zygmunt Bauman
Finalmente sento le parole salire
Disgregarsi da coaguli informi e statici
Il cardias è l'occhio che lacrima angosce
Feti viscidi di parole inarticolate
Frammenti ossei di paranoie.
Liquido plumbeo scivola lungo la schiena
Tutto si mescola nella bocca
Per riversarsi tra le mani
Essere visto con distaccato amore
Hubert Selby - Requiem Per Un Sogno
Hubert Selby - Requiem Per Un Sogno
Il mare è rotondo, biancastro, merlato e rigido come un blocco di pietra, a 6000 piedi di profondità, e tuttavia, osservandolo bene, c'è qualcosa, indipendentemente dal sole che sorge, una specie di piccolo grumo di materia, un difetto che illumina, che è in funzione, che scarabocchia il suo centro. E' così, perchè se mi allontano un pò dalla lampadina elettrica, la vedo, quella stellina che somiglia a un ragno bianco, si dibatte, galleggia, rimane lontana, vive sopra il paesaggio nero del mondo, e cade eterna davanti a milioni di finestre, milioni di incisioni, milioni di cesellature, miliardi di scanalature, sola come un astro che non morirà mai dei suoi perpetui suicidi, perchè è già morto in sé, e sepolto a tergo di un bronzo cupo.
- Il verbale, J.M.G. Le Clézio -
I quadri di Schiele sono specchi
In cui vedere le acrobazie del corpo
Esibizioni.
Il pudore è un grumo di sangue slavato
La carne una colpa incancellabile
Da assottigliare con astinenze spermatiche
Da ferire con denti umani
L'Essenza si ritrae
Minuscola
Ammutolita
Prova rancore per il corpo in mostra
Etereo vorrebbe che fosse
6 Settembre 2011